Usiamo la terminologia corretta per non cadere in confusione
Dobbiamo intenderci sui termini quando si parla di soggetto infetto, malato, guarito, in remissione, reinfettato, ricaduto, parassitologicamente guarito o negativizzato.
Questi termini, anche se molto vicini, vanno interpretati nel modo corretto per garantire una corretta interpretazione della situazione del proprio paziente, sia da parte di noi medici veterinari sia da parte della famiglia che si prende cura del paziente.
Infetto
Innanzitutto, avere il parassita in corpo, cioè essere infetto, non significa necessariamente avere la malattia. Un soggetto infetto non è necessariamente malato ma può essere un portatore sano.
Soggetto malato
Un soggetto malato è un paziente in cui la risposta immunitaria innesca una serie di alterazioni che conducono a squilibri e sintomi. Questa condizione è chiamata Leishmaniosi canina, che descrive la malattia clinica.
Guarito
Il paziente può affrontare l’infezione e guarire naturalmente o avere bisogno di trattamenti terapeutici per raggiungere una condizione di “guarito”. In gergo medico classico, si intende per guarito il paziente senza più segni clinici. Tuttavia, anche un paziente che torna a stare bene ma è ancora infetto potrebbe essere considerato “guarito”.
In remissione
Per maggiore chiarezza, definiamo “in remissione” un paziente che non ha più segni clinici ma presenta ancora l’infezione in corpo. Questo paziente potrebbe, in determinate condizioni, ricadere in una forma clinica della malattia, e in tal caso viene definito “paziente ricaduto”.
Ricaduto
Un paziente in remissione può, in determinate condizioni, tornare a manifestare i sintomi della malattia. Quando ciò accade, il paziente viene definito “ricaduto”. La ricaduta si verifica quando la carica parassitaria aumenta nuovamente, superando la capacità dell’organismo di controllarla, oppure quando si presentano squilibri immunitari.
Parassitologicamente guarito o negativizzato
Un paziente si considera parassitologicamente guarito o negativizzato quando nel suo organismo non sono più rilevabili parassiti attivi, né a livello midollare né negli altri tessuti bersaglio. Questo stato si ottiene attraverso una combinazione di terapia farmacologica mirata, modulazione immunitaria e monitoraggio clinico costante.
Raggiungere la negativizzazione parassitologica rappresenta l’obiettivo più ambizioso della terapia, poiché riduce al minimo il rischio di ricadute e garantisce al paziente una migliore qualità della vita. Tuttavia, va precisato che anche in questa condizione il cane non sviluppa un’immunità completa e può essere reinfettato in caso di nuove punture da parte di pappataci infetti.
Reinfettato
Nonostante il raggiungimento della remissione clinica o della guarigione parassitologica, l’organismo del cane non raggiunge mai uno stato di immunizzazione totale. Pertanto, se un pappatacio infetto dovesse mordere il cane, questo potrebbe nuovamente reinfettarsi, diventando un “paziente reinfettato”.
Raggiungere la negativizzazione parassitologica, cioè eliminare completamente i parassiti dal corpo, è il nostro obiettivo principale per garantire che il paziente non ricada più per il resto della vita.
Dal punto di vista tecnico, questo si ottiene attraverso una rimodulazione immunitaria e una terapia attentamente calibrata con farmaci antileishmania, accompagnata da un programma di mantenimento rigorosamente monitorato, studiato per prevenire e correggere eventuali squilibri derivanti dalla terapia primaria prevenire le future reinfezioni.
Confronto tra Terapie Convenzionali e Avanzate: Risultati e Prospettive
I dati disponibili mostrano che meno del 20% dei pazienti trattati con terapie convenzionali raggiunge la negativizzazione midollare. Tra questi, circa il 60% sviluppa una ricaduta clinica entro il primo anno, mentre solo il 20% riesce a mantenersi senza segni clinici per un periodo superiore a un anno.
Le terapie avanzate sviluppate dal nostro Centro Studi, invece, hanno dimostrato risultati significativamente migliori: meno del 5% dei pazienti presenta parassiti nel midollo a distanza di 3 o 6 mesi, e oltre il 90% rimane asintomatico e con il midollo privo di parassiti anche a distanza di più di un anno.
Un ulteriore punto di forza delle nostre terapie è l’assenza di gravi effetti collaterali, un fattore determinante per garantire sicurezza anche ai pazienti più fragili. Grazie a protocolli terapeutici accuratamente calibrati, siamo in grado di trattare anche cani in condizioni di insufficienza renale o epatica, condizioni che renderebbero rischiosa l’adozione di terapie convenzionali. Questo approccio personalizzato consente di estendere le possibilità di cura a casi complessi, migliorando le prospettive di recupero e qualità della vita.
Questo approccio innovativo non solo riduce il rischio di ricadute ma permette di affrontare con successo anche le situazioni cliniche più delicate, offrendo nuove speranze ai pazienti e alle loro famiglie.
Il Percorso Terapeutico e la Negativizzazione Midollare
Terminare la terapia classica con farmaci come il Glucantime, che può durare 28, 60 o persino 100 giorni, non sempre garantisce l’eliminazione totale del parassita. Di conseguenza, il paziente potrebbe sviluppare nuovi sintomi clinici nel tempo. Per questo motivo, è fondamentale monitorare regolarmente la carica parassitaria nel midollo e confermare la negativizzazione a intervalli regolari, prima che la presenza dei parassiti aumenti e porti a una ricaduta clinica.
Raggiungere due o più negativizzazioni consecutive del midollo osseo offre una maggiore certezza che il paziente abbia realmente superato l’infezione.
Uso Corretto dei Farmaci e Rischi dell’Automedicazione
È fondamentale sottolineare che il prolungamento di terapie come il Glucantime o la Miltefosina, senza una supervisione veterinaria adeguata, può avere conseguenze gravi. L’abuso di questi farmaci non solo aumenta il rischio di effetti collaterali significativi, ma può anche portare alla comparsa di resistenze farmacologiche. Questo rappresenta un problema critico, considerando che le opzioni terapeutiche disponibili per trattare la leishmaniosi sono limitate.
L’automedicazione, in particolare, è altamente rischiosa. Ridurre arbitrariamente i dosaggi o utilizzare i farmaci senza indicazioni precise potrebbe compromettere l’efficacia del trattamento e peggiorare le condizioni del paziente. Questo approccio non solo mette a rischio la vita del cane ma mina anche la possibilità di future terapie efficaci.
La Visione del Centro Studi: L’Accademia
Per far fronte a queste sfide, il nostro obiettivo non si limita al trattamento diretto dei pazienti, ma mira anche a diffondere conoscenze aggiornate e approcci innovativi tra i professionisti del settore. Attraverso la creazione di un’accademia dedicata, puntiamo a formare una nuova generazione di veterinari capaci di gestire al meglio i casi complessi di leishmaniosi.
Questo progetto ambizioso richiede tempo e risorse, ma rappresenta una strada fondamentale per migliorare l’outcome dei pazienti e portare a una maggiore consapevolezza su questa malattia. Grazie a un approccio integrato tra ricerca, formazione e pratica clinica, possiamo lavorare per un futuro in cui sempre più cani riescano a superare completamente l’infezione e a vivere una vita sana e felice.
Conclusione
La leishmaniosi è una malattia complessa che richiede un approccio personalizzato e mirato per garantire risultati ottimali e migliorare la qualità della vita dei pazienti. Attraverso terapie avanzate e protocolli attentamente calibrati, possiamo ottenere non solo la remissione clinica, ma anche la negativizzazione parassitologica, riducendo drasticamente il rischio di ricadute.
Il nostro impegno è rivolto non solo al trattamento diretto dei pazienti, ma anche alla formazione di una rete di professionisti preparati e consapevoli. Con la giusta combinazione di conoscenza, innovazione e passione, possiamo affrontare le sfide della leishmaniosi in modo efficace, offrendo nuove speranze sia agli animali colpiti che alle loro famiglie.
Ti lascio i nostri contatti per richiedere una chiamata gratuita dei nostri consulenti:
Centro Studi sulla Leishmaniosi Canina
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Dott. Gianluca Barbato
Medico Veterinario
Specializzato in Patologia e Clinica degli Animali d’Affezione
Consulente Scientifico per la
Training Center LLC