La diagnosi di leishmania può avvenire in modo diretto o indiretto.

La diagnosi diretta consiste nell’identificare il parassita tramite PCR: un esame che rileva il DNA del parassita nei tessuti.
Può essere effettuato su tutti i tessuti quali lesioni cutanee, linfonodi e fegato.
Nello specifico, l’esame rilevante al fine di diagnosticare la leishmaniosi canina, è la PCR su midollo osseo.
Infatti, durante la leishmaniosi sistemica che rappresenta la forma più grave della malattia, il parassita si accumula a livello di midollo, segnalando così una grave compromissione del sistema immunitario che ha permesso la diffusione del parassita in tutto il corpo![]()
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La diagnosi indiretta, invece, si basa sui segni lasciati dal parassita quali i sintomi clinici e la presenza di anticorpi, ma presenta una bassa specificità, mettendo in discussione l’affidabilità del test.
Questo vuol dire che, se anche il test risulta positivo, non per forza il paziente è infetto: nel caso della ricerca di anticorpi potremmo infatti trovarci di fronte a pazienti che hanno superato l’infezione
ma mantengono la memoria anticorpale- test positivo – senza essere realmente malati.
Quindi nel caso ci trovassimo di fronte a una positività anticorpale, la soluzione ideale sarebbe di indagare se il parassita sia presente a livello di midollo osseo.
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